Gabriele ed Eleonora ora sono entrambi famosi e amati dal pubblico

Quando Eleonora Duse conobbe per la prima volta D’Annunzio, giovanissimo ma già con tre libri pubblicati, aveva appena venticinque anni.

Lo ricorda così: «famoso e molto attraente, i capelli biondi e qualcosa di ardente nella sua persona», ma non accade nulla.

Qualche anno dopo, al Teatro Valle, Eleonora, alla fine di un suo spettacolo, se lo ritrova nel suo camerino.

D’Annunzio, per la Duse,  ora è un uomo «azzimato, addobbato, profumato».

In realtà, d’Annunzio era diventato un cronista mondano che inseguiva i nobili e ne descriveva riti e ”divine” abitudini, mescolandosi nelle loro feste, sempre con il taccuino in mano ma fra loro ancora nulla.

Occorre aspettare il 1894.

Siamo a Venezia, Gabriele ed Eleonora ora sono entrambi famosi e amati dal pubblico.

Lei è già considerata la più grande attrice italiana di teatro, è invitata ovunque, da New York a Buenos Aires, da Berlino a Madrid.

Lui ha appena finito di comporre il primo testo teatrale, “La città morta”, sta cercando un’interprete degna.

S’incontrano all’Hotel Danieli, si parlano appena ma lei rimane affascinata dal meraviglioso dono linguistico di lui. Il giorno dopo si separano ma si rincontreranno a Firenze, all’Hotel De Russie.

Finalmente scoppia l’amore, ma lei deve scappare per una tournée nell’Europa settentrionale.

Si amarono per dieci anni, di un amore passionale e appassionato, fra tradimenti, applausi, pubblicazioni e tournée fino a quando la loro storia si interruppe.

Forse lui vide in lei una via sicura per il successo e lei, nel Poeta, un “artista servente” con cui poter competere con la rivale Sarah Bernard, per cui i più grandi autori scrivono testi.

Non lo sapremo mai ma quest’alleanza artistica e sentimentale non si realizzerà mai pienamente, nonostante le illusioni e gli sforzi di entrambi.